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5 linguaggi di programmazione inventati da programmatrici donne

Il settore tech è appannaggio esclusivo della popolazione maschile? Questo preconcetto è abbastanza diffuso, ma come stanno davvero le cose? Oggigiorno il mondo tech, non solo in Italia, è in gran parte dominato dagli uomini. Secondo dati Eurostat, nel nostro Paese soltanto il 16% dei professionisti Ict sono donne. L’Unione europea nel complesso non mostra uno scenario migliore, con la media che si ferma al 19%. A peggiorare ulteriormente il gender gap si aggiunge, poi, il divario retributivo. A parità di mansione, infatti, le donne guadagnano in media il 16% in meno rispetto ai colleghi uomini. Ma non è sempre stato così: le donne, come vedremo, hanno avuto un ruolo centrale nella storia dei computer e della programmazione.

 

Donne: pioniere della programmazione  

I fattori alla base del gap di genere nel settore tech sono in gran parte culturali. Ada Lovelace, a volte citata come la prima programmatrice informatica della storia, è un esempio eclatante del ruolo fondamentale che le donne ebbero in questo campo. Prima ancora che si sapesse cos’è un linguaggio di programmazione, Lovelace creò il primo algoritmo pensato appositamente per essere elaborato da una macchina. La sua intuizione più brillante fu forse capire che i computer si sarebbero potuti usare per altri scopi oltre alle operazioni sui numeri, anticipando già nel XIX secolo l’idea del passaggio da meri calcolatori ai veri e propri elaboratori che conosciamo oggi

È interessante notare che, agli albori della disciplina, la programmazione informatica era vista come un aspetto del lavoro di segreteria e, quindi, come una “cosa da donne”. Gli uomini si occupavano spesso di realizzare l’hardware, che era considerato la parte più importante di un computer, mentre alle donne era affidato il “facile” compito di creare software. In questo articolo scopriremo, in ordine cronologico, cinque linguaggi di programmazione inventati da programmatrici donne e l’impatto che hanno avuto sulla disciplina.

 

1. Linguaggio di programmazione ARC Assembly, della programmatrice Kathleen Booth

 

ARC (Automatic Relay Calculator) Assembly è uno dei primi linguaggi di programmazione e, più nello specifico, il primo linguaggio assembly creato. Un linguaggio assembly è un linguaggio di programmazione a basso livello, simile cioè al linguaggio macchina, il cui scopo è fornire istruzioni a un computer. Fu creato alla fine degli anni Quaranta da Kathleen Booth, matematica e programmatrice inglese, che collaborò anche alla realizzazione dei primi computer usati presso il Birkbeck College di Londra. Inoltre, Booth scrisse diversi libri e articoli accademici sulla programmazione, e tenne corsi universitari nel Regno Unito e in Canada.

 

2. Linguaggio di programmazione FLOW-MATIC, della programmatrice Grace Hopper

Uno degli aspetti più innovativi di FLOW-MATIC, creato nel 1955 da Grace Hopper, è che si tratta del primo linguaggio per l’elaborazione di dati che nella forma assomiglia alla lingua inglese. Hopper decise di realizzarlo in questo modo per permettere anche alle persone senza formazione matematica di impararlo e di utilizzare un computer. FLOW-MATIC fu creato per UNIVAC, il primo computer commerciale prodotto negli Stati Uniti. Grace Hopper, come vedremo, ebbe un ruolo significativo anche nella creazione di linguaggi utilizzati ancora oggi, ed è considerata una pioniera della programmazione.

 

3. Linguaggio di programmazione COBOL, inventato da un gruppo di programmatrici

In buona parte basato su FLOW-MATIC, COBOL è un linguaggio di programmazione che ha in comune con il suo predecessore una sintassi di facile lettura, adatta a essere compresa anche da utenti senza conoscenze avanzate di informatica. Si tratta di un linguaggio ad alto livello, pensato per essere utilizzato come strumento per le aziende: COBOL sta infatti per “Common Business Oriented Language”. Ancora oggi è utilizzato in numerose applicazioni business, soprattutto quelle in uso presso istituti bancari e assicurativi. Grace Hopper, spesso indicata erroneamente come la creatrice di COBOL, fu in realtà una consulente del gruppo di lavoro che lo realizzò nel 1959. Di questo gruppo facevano parte diverse donne: Mary Hawes, Nora Taylor, Betty Holberton e Jean Sammet. Quest’ultima lavorerà nel 1962 a FORMAC, espansione di FORTRAN utilizzata per calcoli matematici complessi.

 

4. Linguaggio di programmazione Logo, del gruppo di lavoro della programmatrice Cynthia Solomon

Nel 1967 erano ancora lontani i tempi in cui, tra applicazioni e corsi indirizzati all’infanzia, le opzioni per insegnare coding ai più piccoli hanno iniziato a moltiplicarsi. Proprio per permettere a bambini che non sanno cos è un linguaggio di programmazione di avvicinarsi alla disciplina fu ideato Logo. Questo linguaggio a scopo didattico, basato principalmente su frasi e parole, nacque dal lavoro di un team di cui faceva parte anche Cynthia Solomon, ricercatrice del MIT. Logo fu implementato per la prima volta nel 1969 con un’interfaccia rappresentante una tartaruga, attraverso cui permetteva ai bambini di acquisire i primi semplici concetti di programmazione.

 

5. Linguaggio di programmazione CLU, della programmatrice Barbara Liskov

CLU, abbreviazione di “cluster”, fu il primo linguaggio a introdurre il concetto, oggi fondamentale, di programmazione orientata agli oggetti. L’importanza di CLU non sta tanto nell’uso pratico che se ne è fatto, quanto nell’ispirazione che ha fornito per altri linguaggi utilissimi da imparare oggi, come il linguaggio Python, Ruby o C++. Dobbiamo molto, quindi, al lavoro di Barbara Liskov, che creò CLU insieme a un gruppo di suoi studenti al MIT nel 1973. Liskov è stata la prima donna negli Stati Uniti a conseguire un dottorato in scienze informatiche e la seconda a ricevere il Premio Turing. 

 

Quella che abbiamo visto è soltanto una breve selezione dei risultati ottenuti dalle donne nel campo della programmazione. Speriamo che conoscere alcune delle pioniere della programmazione informatica, che hanno contribuito ad arricchire e migliorare la disciplina, possa essere di ispirazione per molte altre ragazze e donne interessate al coding. Iniziando, magari, proprio con il bootcamp Hackademy, un futuro come programmatrice è a portata di mano!

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