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ui/ux designer che pensa a conciliare ui e ux nel design del menù di navigazione

Cos è la legge di Miller e che ruolo ha nell’ UX design

In un contesto ampio come quello dell’UX/UI design, l’obiettivo principale è  quello di creare esperienze utente fluide e intuitive: la Legge di Miller emerge, in questa cornice, come un principio fondamentale. Scopriamo il perchè in questo articolo.

 

Che cos’è la legge di Miller?

Nel 1956 fu scritto un articolo che divenne uno degli articoli più citati in psicologia. Intitolato “Il magico numero sette, più o meno due: alcuni limiti alla nostra capacità di elaborare le informazioni”, fu pubblicato dallo psicologo cognitivo George A. Miller del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Princeton in Psychological Review. Il nocciolo dell’articolo suggeriva che il numero di “pezzi” percettivi che un essere umano medio può contenere nella memoria di lavoro (un componente della memoria a breve termine) è 7 ± 2. Questo principio  viene spesso definito “legge di Miller”.

Questo assunto afferma, dunque, che la capacità di memoria umana è limitata a circa sette elementi più o meno due. Come si collega all’ambito dell’UX/UI design? In realtà è abbastanza semplice: questa legge sottolinea l’importanza di semplificare le interfacce utente per migliorare l’usabilità complessiva.

 

Miller e i limiti della capacità cognitiva.

Oltre ad esplorare la capacità limitata della memoria di lavoro, Miller ha analizzato i limiti del giudizio assoluto unidimensionale, che si riferisce alla capacità degli esseri umani di distinguere e identificare accuratamente stimoli che variano lungo una sola dimensione, come il tono di un suono o la luminosità di una luce.

Miller ha scoperto che le persone possono riconoscere in modo affidabile solo un numero limitato di stimoli su una singola dimensione: generalmente, circa cinque o sei elementi, oltre i quali il tasso di errore aumenta significativamente.

Questo limite è paragonabile a quello della memoria di lavoro (7 ± 2), suggerendo una relazione tra le capacità di memoria a breve termine e la precisione con cui possiamo effettuare giudizi assoluti. Proviamo ad approfondire quanto detto.

 

La relazione tra il giudizio assoluto unidimensionale e la memoria a breve termine.

Per giudizio assoluto unidimensionale si intende un compito cognitivo in cui una persona deve riconoscere e rispondere a stimoli distinti che variano solo su una singola dimensione. In altre parole, gli stimoli differiscono solo per una caratteristica specifica e ben definita, come il tono (frequenza), la luminosità o la lunghezza, senza variazioni in altre caratteristiche.

Miller ha discusso una coincidenza tra i limiti del giudizio assoluto unidimensionale e i limiti della memoria a breve termine sopracitati.

In un compito di giudizio assoluto unidimensionale, ad una persona viene presentato un numero di stimoli che variano su una dimensione (ad esempio, 10 toni diversi che variano solo nell’altezza) e risponde a ciascuno stimolo con una risposta corrispondente (appresa in precedenza). Le prestazioni sono quasi perfette fino a cinque o sei stimoli diversi, ma diminuiscono significativamente quando il numero di stimoli diversi aumenta.

Questo limite di riconoscimento e risposta a circa 5-7 stimoli distinti si avvicina al limite della capacità della memoria a breve termine, che Miller descriveva come “il numero magico sette, più o meno due”.

 

La legge di Miller nello UI&UX design.

Traslando la regola in un contesto più attuale come quello della progettazione UX/UI, possiamo dire che più informazioni aggiungi a un’interfaccia, più diventa difficile per l’utente elaborare le informazioni. 

Ciò è particolarmente critico soprattutto per gli utenti alle prime armi, perché non hanno avuto la “pratica” necessaria per codificare l’interfaccia nella memoria a lungo termine o perché il comportamento diventi abituale. 

Quanto emerso dalle riflessioni di Miller supporta il minimalismo come filosofia di design rigorosa.

In altre parole, a causa delle limitazioni della memoria di lavoro e della capacità di giudizio assoluto unidimensionale, man mano che un prodotto diventa più ricco diventa inevitabilmente più difficile da utilizzare, perché l’utente deve gestire più informazioni durante il funzionamento del prodotto stesso. Ciò rende la buona progettazione delle informazioni così critica nei processi di UI&UX design. 

Ad esempio, offrire troppi elementi simili in una singola interfaccia, come troppi pulsanti o opzioni di colore leggermente diverso, può ridurre la chiarezza e aumentare la probabilità di errore da parte dell’utente

I designer possono applicare questo principio raggruppando e limitando il numero di opzioni visibili, facilitando così una navigazione intuitiva e una comprensione più immediata delle informazioni.

 

Applicare la Legge di Miller per un’interfaccia utente intuitiva ed efficace.

Spesso, gli utenti non hanno voglia nè tempo per imparare dove è collocato ogni singolo input nell’interfaccia, e la progettazione delle informazioni deve, per questo, essere pianificata e ben pensata prima che avvenga lo sviluppo.

Integrare la Legge di Miller nel processo di progettazione è un passo cruciale per soddisfare le aspettative degli utenti e garantire il successo di un prodotto nell’ambiente del design digitale.

Se questo articolo ti ha incuriosito e desideri approfondire le strategie di progettazione che fanno davvero la differenza per gli utenti, consulta la nostra Guida di Web Design per programmatori!

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