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5 caratteristiche di Json che non conoscevi

Il JSON è un formato di scambio dati ampiamente utilizzato nell’ambito della programmazione web e delle API. Sicuramente l’avrai già sentito nominare in quanto di frequente un file JSON viene utilizzato per la trasmissione e archiviazione di dati strutturati, spesso anche in database NoSQL. In questo articolo vedremo 5 caratteristiche dei file JSON che potresti non conoscere.

Prima, però, facciamo un piccolo approfondimento.
 

JSON, cos’è?

La dicitura JSON è un acronimo di JavaScript Object Notation, è un formato di dati leggero e facilmente leggibile (molto simile ai dizionari in Python). È utilizzato per rappresentare strutture dati complesse in un formato gerarchico e facile da parsare. La sua sintassi si avvicina a quella degli oggetti in JavaScript ed è una risorsa cruciale nella gestione e aggiornamento di dati in Database NoSQL.

Le caratteristiche dei file JSON che potresti non conoscere

Esploriamo ora le diverse e funzionali features che JSON mette a disposizione degli sviluppatori, che non tutti potrebbero conoscere!

  1. Formattazione: JSON ci permette di migliorare la visualizzazione anche del log. Avendo a che fare con grandi quantità di dati, poter leggere il log in maniera pulita e ordinata diventa una pratica fondamentale per non incappare in eventuali errori. Vediamo come farlo.

Il metodo stringify (built-in) usato senza specificare parametri:

 

Il metodo stringify (built-in) usato migliorando l’output:

 

2. Nascondere determinate proprietà nei dati “stringfield”: il già citato metodo stringify possiede un secondo argomento che a molti risulta sconosciuto. Questo parametro chiamato replacer consente di nascondere o conservare determinati dati nell’output. Un file JSON esempio semplice potrebbe essere voler nascondere la password di un utente.

 

È possibile anche passare un array per ottenere solo determinate chiavi:

 

3. Usare la funzione toJSON per creare formati di output personalizzati: consideriamo questo formato JSON

 

Questo pezzo di codice restituirà in output {“numerator”:1,”denominator”:2}. Ma cosa succede se voglio rimpiazzare questo con una stringa ½? Introduco la funzione toJSON.

 

4. Recuperare i dati: è possibile “riportare indietro” i dati all’interno di un file JSON. Tutto ciò introducendo i revivers! Prendiamo come esempio la frazione ottenuta come output nel punto precedente.

 

Passando un secondo argomento a JSON.parse specifichiamo la “reviver function”. Il compito del reviver è quello di “ripristinare” i dati stringfied nella loro forma originale. Qui stiamo passando un reviver, che è la proprietà statica fromJSON della classe Fraction. Nel nostro esempio il reviver verifica se il valore è una frazione valida e, se lo è, crea un nuovo oggetto Fraction per poterlo ritornare.

5. Valori NaNe Infinity: Sebbene JSON sia utilizzato principalmente per rappresentare dati strutturati, può trattare anche valori speciali come “NaN” e “Infinity”, che sono spesso associati a calcoli matematici.

 

In conclusione, JSON è molto più che un semplice formato di rappresentazione e organizzazione dei dati. Spesso ci sono features e caratteristiche nascoste che possono dare maggiore fascino a questo genere di strumenti. Tenere sempre a mente la potenza che JSON dà ad uno sviluppatore quando si trova a gestire e manovrare grosse quantità di dati.

E tu, lo sapevi?

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