La Data Analysis, o analisi dei dati, è il cuore pulsante delle decisioni nel campo dello UX design, perché fornisce una visione chiara e oggettiva del comportamento degli utenti, delle loro preferenze e delle loro esigenze.
Questo approccio, basato sui dati, consente agli ux designer di identificare pattern nascosti, prevedere tendenze future e prendere decisioni informate per poi creare delle esperienze utente più efficaci e personalizzate, migliorando la soddisfazione del cliente e, in ultima analisi, i risultati aziendali.
Ma come è nato e perché è importante questo legame tra dati e design?
UX Design: cos’è e qual é il suo impatto rivoluzionario?
Nel 1988 il ricercatore americano Donald Norman pubblicò il suo libro “The Design of Everyday Things“, nel quale introdusse per la prima volta il concetto di “design centrato sull’utente“. L’obiettivo principale divenne creare prodotti che rispondessero alle reali esigenze, le aspettative e le preferenze degli utenti finali piuttosto che esclusivamente su considerazioni estetiche.
Con Jakob Nielsen, negli anni ‘90, si cominciò ad utilizzare il concetto di human centered design per progettare interfacce e le sue “10 euristiche” sono, ancora oggi, molto utilizzate anche per la costruzione di pagine web.
Nel corso degli anni, questi concetti hanno influenzato profondamente il modo di progettare interfacce digitali, dando origine a quello che oggi chiamiamo UX design.
UX Design: cos’è?
Lo UX design è il processo di progettazione di un prodotto o un’interfaccia e comprende lo studio di diversi aspetti, come ad esempio:
- usabilità: la facilità d’utilizzo del prodotto;
- accessibilità: il verificare che il prodotto sia utilizzabile da qualsiasi individuo a prescindere da eventuali disabilità;
- desiderabilità: creare un’esperienza piacevole e gratificante per l’utente, affinchè non l’abbandoni e potenzialmente ritorni;
- utilità: la soddisfazione delle esigenze e dei requisiti dell’utente.
UX Designer: cosa fa?
Lo UX designer è la figura che attraverso diverse metodologie di ricerca, studia e analizza i dati inerenti alle azioni e alle abitudini delle persone all’interno delle pagine web per migliorare continuamente le interfacce e renderle il più user-friendly ed efficienti possibili. L’obiettivo finale è creare un’esperienza positiva che incoraggi l’utente a tornare e utilizzare il prodotto ancora e ancora.
È facile, quindi, immaginare che impatto rivoluzionario un approccio del genere possa aver apportato:. porre l’utente al centro di ogni decisione di progettazione significa assicurare un’esperienza funzionale e gratificante.
Abbiamo detto che lo UX designer esplora i comportamenti e gli approcci cognitivi attraverso ricerche e test. Ed è qui che entra in gioco la data analysis.
L’importanza dei dati per i designer nella UX.
Immagina di avere una bussola magica che ti guida attraverso il vasto oceano delle decisioni di design, rivelandoti le rotte più sicure e promettenti. La Data Analysis nello UX design funziona proprio così, trasformando l’arte della progettazione in una scienza precisa e illuminata.
I dati forniscono una base solida su cui i designer possono costruire, mostrando chiaramente le preferenze degli utenti, i loro comportamenti e le loro aspettative.
Quali sono le tipologie di dati nello UX design
Esistono diverse tipologie di dati e tutti con la propria importanza nella definizione di una buona esperienza utente. In breve, vediamo la più standard divisione dei dati.
- Dati quantitativi: misurabili e numerici, possono includere metriche come il tasso di conversione, il tempo di permanenza su una pagina, il numero di clic, le percentuali di abbandono e molto altro.
- Dati qualitativi: descrittivi e non numerici, vengono raccolti attraverso interviste, sondaggi, osservazioni e feedback degli utenti. I dati qualitativi offrono una comprensione più profonda delle motivazioni, delle aspettative e delle frustrazioni degli utenti, permettendo di comprendere il “perché” dietro i comportamenti osservati.
Questi dati possono essere raccolti in diverso modo e possono subire un’ulteriore distinzione.
- Dati di usabilità: provenienti dal test di usabilità in cui gli utenti interagiscono con un prodotto o prototipo per completare compiti specifici. Le metriche possono includere il tempo necessario per completare un compito, il numero di errori commessi, il livello di soddisfazione degli utenti e altre osservazioni comportamentali, ma ne parleremo in dettaglio nel prossimo paragrafo.
- Dati di navigazione: tracciano il percorso degli utenti attraverso un sito web o un’applicazione. Possono includere informazioni come le pagine visitate, la sequenza di navigazione, i punti di uscita e i clickstream.
- Dati di feedback degli utenti (o microdati): includono recensioni, commenti, valutazioni e feedback diretti dagli utenti e sono preziosi per comprendere le opinioni e le percezioni degli utenti riguardo al prodotto e possono rivelare aree di miglioramento.
- Dati di eyetracking: tecnologia che traccia il movimento degli occhi degli utenti mentre interagiscono con un’interfaccia, a breve ne scopriremo la sua applicazione.
Tutti questi dati, oltre a fornire una comprensione approfondita delle esigenze e dei comportamenti degli utenti, diventano strumenti fondamentali nelle mani dello UX designer. In particolare, il test di usabilità rappresenta una delle tecniche più efficaci per trasformare questi insight in soluzioni concrete, migliorando l’esperienza utente sulla base di evidenze reali.
Lo ux designer e il test di usabilità.
Per entrare più nel dettaglio sulla figura dello ux designer, bisogna innanzitutto spiegare a che tipo di principi si ispira, ricordando la celebre frase “Don’t make me think” di Steve Krugs, che da il nome all’omonimo libro scritto nel 2000.
“Non costringermi a pensare” diviene la prima regola della user experience che guiderà ogni progettazione e ogni ricerca sulla web usability; ma come si misura questo specifico elemento?
Una tecnica molto importante è il test di usabilità, i cui obiettivi principali sono l’identificazione di eventuali problemi che gli utenti possono riscontrare e la loro esperienza di navigazione.
Gli step fondamentali in questo processo sono:
- la pianificazione e la definizione degli obiettivi del test, il pubblico di riferimento, i compiti che gli utenti dovranno svolgere e anche il metodo con cui verrà effettuato (ad esempio, in presenza, remoto, moderato o non moderato);
- la selezione e il reclutamento dei partecipanti, sarà importante avere un campione diversificato per ottenere risultati rappresentativi;
- l’esecuzione del test sugli utenti, ai quali vengono assegnati compiti specifici da completare utilizzando l’interfaccia, e la raccolta dei dati sui tempi di completamento dei compiti, sui problemi riscontrati e sulle loro reazioni da parte degli osservatori;
- l’analisi dei dati raccolti che identificheranno i problemi di usabilità, i pattern comuni e le aree di miglioramento;
- i report e le raccomandazioni che infine si redigerà per riassumere i risultati del test e fornire raccomandazioni per migliorare l’usabilità del prodotto. I report saranno fondamentali per la progettazione e lo sviluppo.
I test di usabilità possono essere eseguiti in diverse fasi del processo di sviluppo, dalla prototipazione alla versione finale dell’interfaccia o del sito web. Sono sicuramente cruciali per assicurare che il prodotto finale sia intuitivo, efficiente e soddisfacente per l’utente.
Quando data analysis, design e UX si Incontrano: un esempio illuminante.
Con il test di usabilità cominciamo a capire quanta importanza hanno i dati nella definizione di un design che abbia una buona UX.
Per fare un semplice esempio, prendiamo in considerazione uno dei primi studi degli anni 2000 che, attraverso l’uso dell’eye-tracker, analizzava gli sguardi di 45 persone alle quali fu chiesto di ricercare all’interno di una pagina web un’informazione storica, più specificatamente cosa fosse successo a Galveston nel 1900.
Con una telecamera misero a fuoco gli occhi e registrarono il movimento oculare mentre il partecipante svolgeva il suo compito. Registrando questi movimenti con delle mappe di calore i ricercatori si accorsero di uno schema ad “F” con il quale molti degli utenti si approcciano alle pagine web!
In generale, lo sguardo con cui leggiamo è un movimento orizzontale nella parte superiore, poi ci spostiamo un po’ più in basso nella pagina e poi leggiamo in un secondo movimento orizzontale che copre tipicamente un’area più breve rispetto al al primo. Infine, scansioniamo il lato sinistro del contenuto in un movimento verticale. Ed ecco comparire le sembianze di una “F”.
Questa ricerca ci fa capire come fin dall’inizio l’analisi dati e la UX siano state delle alleate nella scoperta di pattern e tendenze, aiutando i designer a essere proattivi e a rispondere rapidamente ai cambiamenti nelle esigenze e nei comportamenti degli utenti: è così, infatti, che oggi le pagine web vengono strutturate proprio in base a questa scoperta.
Data driven design: il potere della data analysis nello UX design
Negli ultimi anni, con l’evoluzione delle tecnologie di analisi dei dati e l’aumento della disponibilità di strumenti avanzati, si è parlato sempre di più di Data Driven Design che è diventata una metodologia centrale per molte aziende e professionisti del design.
La progettazione basata sui dati può essere molto utile per diverse ragioni, soprattutto nelle aziende: la data analysis consente di identificare e correggere problemi prima del lancio del prodotto, o dell’interfaccia, riducendo costi e tempi di sviluppo. Inoltre è un processo iterativo, i designer testano costantemente le loro soluzioni, raccolgono feedback e apportano miglioramenti basati sui dati. Questo ciclo continuo assicura il miglioramento costante del prodotto.
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